La storia delle armature giapponesi
Tali manufatti, giunti ai giorni nostri, appartenevano ai samurai, gruppi militari che si diffusero in Giappone intorno al X secolo (Periodo Heian 794-1185). Inizialmente le battaglie venivano condotte dalla cavalleria e le armature erano concepite per proteggere dalle frecce. Successivamente, nel XIV secolo, a seguito del diffondersi sul campo degli scontri corpo a corpo, le armature divennero sempre più leggere e flessibili.
La maggior parte delle armature giunte ai giorni nostri appartiene al Periodo edo (1603-1868), secoli nei quali tali manufatti persero la loro funzione di protezione bellica e vennero utilizzate come abbigliamento da parata nelle occasioni ufficiali. Le armature così, fortemente abbellite ed alleggerite, vennero impiegate dai samurai del daimyō (signore feudale) durante le processioni da e verso i propri possedimenti e la capitale Edo, a seguito di un’alternanza della propria residenza (sankin kōtai “presenza alternata”) imposta dallo shogunato Tokugawa.
La strada principale di questo “pellegrinaggio” annuale era la Tokaido, che congiungeva Edo a Kyoto seguendo il litorale. […] Il viaggio di un daimyō era uno spettacolo impressionante, poiché doveva manifestare simbolicamente il potere e l’autorità del nobile. Tali processioni erano annunciate con largo anticipo per consentire alle stazioni di sosta e alle locande di rifornirsi di generi alimentari e di preparare adeguati alloggi. Un cavaliere precedeva il corteo ordinando alla gente comune di prostrarsi al passaggio del daimyō; i pochi che osavano non farlo venivano giustiziati per mano dei samurai del nobile.
fonte Wikipedia
In questo periodo infatti le armature subitono forti trasformazioni in favore di una funzione estetica che le vide arricchirsi di decorazioni ed insegne da parata.
Le armature sopravvissero fino al periodo Meiji (1968-1912), quando a seguito dell’abolizione del fedaulesimo venne istituito un esercito moderno.
Gli elementi dell’armatura
Gli elementi che costituiscono un’armatura sono diversi ed ognuno di loro possiede differenti funzioni.
La costruzione di un’armatura giapponese prevede un gran numero di piastre metalliche o in cuoio (kozane) legate insieme con fettucce di seta o pelle (odoshi). Queste piastre sono completamente rivestite di lacca (urushi).
Le principali componenti dell’armatura giapponese completa sono:
- Dō è la componente principale ovvero la corazza realizzata in cuoio o in ferro;
- Kusazuri, ovvero la scarsella in forma di grembiule che viene fissata per mezzo di lacci al di sopra della corazza;
- Haidate, il cosciale in stoffa ricoperto di lamine metalliche e/o maglia di ferro da cingersi sotto la scarsella;
- Sode, ovvero gli spallacci rettangolari, agganciati sopra il Dō in lamine di cuoio o ferro;
- Kote, manica in stoffa rivestita di lamine metalliche e/o maglia di ferro comprensiva di guanti d’arme (Tekkō);
- Suneate, schinieri in costituiti da un calzare in stoffa su cui sono applicate lamine metalliche e maglie di ferro;
- Kabuto, elmo in lamine di ferro o cuoio a cui è agganciato un para-nuca (Shikoro) in lamine di cuoio o ferro;
- Menpo, maschera da agganciarsi al kabuto, dotata di gorgiera rigida (yodare-kake) e spesso dotata di baffi posticci e denti per enfatizzare l’aggressività della figura.
Le armature venivano custidote all’interno di appositi contenitori, gusoku-bitsu, costituiti da casse di legno/cartapesta che potevano essere trasportate come uno zaino per tramite di cappi assicurati alla parte anteriore o tramite apposite maniglie di ferro che permettevano l’innesto di un palo.
Al di sotto dell’armatura propriamente detta il samurai indossava tradizionalmente un abito composto da pantaloni larghi e una giacca kimono a maniche lunghe. Le gambe sotto le ginocchia erano chiuse con le ghette.